La determinazione del fungo e la sua commestibilità vanno affidati a micologi certificati, nei centri di controllo degli enti sanitari (ASL). Informazioni errate o incomplete potrebbero recare danno con intossicazioni o avvelenamenti addirittura mortali.
Non azzardare il consumo di funghi, potresti mettere a repentaglio la salute e persino la vita tua e dei tuoi commensali.
CAPPELLO 20-80 mm, da globoso a convesso, infine appianato, con margine per lungo tempo involuto, cuticola giallo-olivastra o bruno-olivastra, più scura al centro, asciutta, feltrata, ricoperta da fini squamule di colore bruno-nerastro-olivastro. LAMELLE arrotondate al gambo, spaziate, da giallo-oliva chiaro a brunastre, con filo intero o eroso, più chiaro. GAMBO 35-70 x 10-15 mm, cilindraceo, un po' fusiforme, attenuato alla base, talvolta un po' ricurvo, asciutto, feltrato, con fibrille dapprima biancastre poi giallastre, con velo brunastro-nero che talvolta evidenzia una zona anuliforme. CARNE soda, giallo-verde oliva, a volte più chiara; con odore caratteristico di prezzemolo. Reazione con nitrato d'argento, gialla, con KOH, bruno-rossa. MICROSCOPIA spore da subglobose a ellissoidali, 6,0-8,6 x 4,6-6,5 µm, ornate da fini verruche: cheilocistidi claviformi, epicute con pigmento giallo-verde intracellulare. HABITAT diffuso soprattutto nei boschi di Abies alba, non necessariamente su terreno calcareo, ma segnalato anche in boschi collinari e planiziali, spesso in presenza di Pinus pinaster. Raro nel nord Europa, lo si trova da settembre a dicembre. NOTE - Appartiene al sottogenere Leprocybe, assieme a C. cotoneus, che ha taglia più robusta e odore rafanoide o come di pannocchia G venetus ha odore leggero rafanoide o subnullo e presenta squamule sul cappello meno evidenti e più chiare. C. phrygianus, assai simile, ha poche tonalità verde-olivastre e cresce nelle pinete calcaree della Fennoscandia.