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Fungo Epigeo




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La determinazione del fungo e la sua commestibilità vanno affidati a micologi certificati, nei centri di controllo degli enti sanitari (ASL). Informazioni errate o incomplete potrebbero recare danno con intossicazioni o avvelenamenti addirittura mortali.
Non azzardare il consumo di funghi, potresti mettere a repentaglio la salute e persino la vita tua e dei tuoi commensali.
ASCOCARPO composto da un cleistotecio sessile.
CLEISTOTECIO di forma piuttosto regolare, tuberiforme, talora debolmente lobato, gibboso, di dimensioni medie 20-40 (80) mm, più raramente può raggiungere le dimensioni di un pugno. Peridio di colore bruno nerastro, ricoperto da verruche grossolane a forma di poligono irregolare, rilevate, vagamente piramidali.
GLEBA soda e polposa, all'inizio bianca e poi bruno chiaro, variegata da vene biancastre. Odore caratteristico che evoca 1'orzo torrefatto.
MICROSCOPIA aschi che contengono generalmente da quattro a sei spore, raramente anche meno di quattro, a forma di sacco, brevemente peduncolati, di dimensioni 80-100 x 60-75 µm, spore giallo-brune, da ellissoidali a subglobose, di dimensioni medie 28-35 x 22-24 µm, con ornamentazione reticolata-alveolata a grandi maglie.
HABITAT non molto interrato e talora semi-epigeo, associato a svariate latifoglie, dall'estate all'inizio dell'inverno, anche a quote elevate.
NOTE - Si tratta del "Tartufo nero" estivo, meno pregiato del Tuber magnatum. Viene commercializzato anche immaturo, con la gleba bianca, sotto il nome di "maggengo". Si può confondere con il Tuber melanosporum e il Tuber brumale (insieme chiamati "Tartufo nero di Norcia"), che presentano un peridio con verruche più piccole e una gleba più scura.