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Fungo Epigeo




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La determinazione del fungo e la sua commestibilità vanno affidati a micologi certificati, nei centri di controllo degli enti sanitari (ASL). Informazioni errate o incomplete potrebbero recare danno con intossicazioni o avvelenamenti addirittura mortali.
Non azzardare il consumo di funghi, potresti mettere a repentaglio la salute e persino la vita tua e dei tuoi commensali.
CAPPELLO 35-80 mm, prima campanulato-concesso; quindi convesso-umbonato, infine disteso-umbonato,
cuticola presto dissociata in squamule più o meno erette grigio-nerastre: grigio antracite, su fondo biancastro; più rade all'orlo che risulta più pallido, più appressate al disco.
LAMELLE smarginato-adnate o un po' decorrenti per un dentino, larghe, mediamente fitte, bianche; poi sfumate di grigio, talora con il filo punteggiato di nero.
GAMBO 40-80 x 8-15, mm; cilindraceo o progressivamente dilatato verso la base, bianco, fittamente ricoperto di fibrille e squamule erette nerastre, pieno, infine midolloso.
CARNE bianca sfumata di grigiastro nelle zone periferiche, più o meno consistente a seconda dell'età; con odore come di farina e pepe contemporaneamente, un po' aromatico, e sapore farinoso.
MICROSCOPIA: spore più o meno largamente ellissoidali, 5,2-6,4 a4,2-5 µm; lisce. Sporata bianca.
HABITAT: nei boschi di latifoglie a clima temperato, specialmente in tarda stagione, abbastanza diffuso e abbondante nelle stazioni di crescita.
NOTE - Accomunato a T. atrosquamus per il particolare odore di farina e pepe, T. squarrulosum si distingue abbastanza agevolmente all'interno delle cosiddette "morette", per via del gambo fibrilloso-squamuloso; T. orirubens è simile ma possiede il gambo pressoché nudo, sovente con sfumatura bluastra alla base e ha una spiccata tendenza ad arrossare a partire dalle lamelle. T. basirubens è una replica non arrossante del precedente e possiede una più o meno marcata sfumatura rossastra alla base del gambo.