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Fungo Epigeo




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La determinazione del fungo e la sua commestibilità vanno affidati a micologi certificati, nei centri di controllo degli enti sanitari (ASL). Informazioni errate o incomplete potrebbero recare danno con intossicazioni o avvelenamenti addirittura mortali.
Non azzardare il consumo di funghi, potresti mettere a repentaglio la salute e persino la vita tua e dei tuoi commensali.
CAPPELLO 25-60 (75) mm, inizialmente emisferico, poi campanulato-convesso, quindi disteso con umbone ottuso, infine anche reflesso, orlo a lungo incoluto, margine regolare, appendicolato da resti del velo vischioso, bruno olivastro, bruno bronzeo, talora bistro-olivastro scuro, più scuro al disco, negli adulti soffuso d'arancio nella zona marginale, in seguito a gelate anche interamente arancio fuoco, vischioso.
LAMELLE adnate, più o meno decorrenti negli adulti, arcuate, spesse e spaziate, inizialmente giallo pallido, alla fine di un giallo più carico, verso il giallo oro o giallo-aranciato, regolarmente intercalate da lamellule di diversa lunehezza.
GAMBO 40-70 (90) x 10-15 mm, caratteristicamente attenuato all'apice, per il resto cilindraceo o un po' dilatato alla base, carnoso, calzato da un abbondante velo glutinoso che asciugando lascia tracce giallastre disposte a zigzag biancastro, presto ingiallente, pieno.
CARNE poco abbondante, compatta, più fibrosa nel gambo, biancastra o sfumata di giallognolo, più carico nelle zone periferiche, di sapore grato, odore poco pronunciato, talvolta un po' di sapone.
MICROSCOPIA spore ellissoidali, 7,5-9,6 x 4,7-5,2 µm, lisce.
HABITAT in autunno inoltrato, talora anche negli inverni miti, nei boschi di pini o misti, abbondante nelle stazioni di crescita e abbastanza frequente.
NOTE - E molto simile nell'aspetto e nelle dimensioni a H. olivaceoalbus che però fruttifica nelle peccate e ha lamelle e gambo bianchi. In natura si reperiscono forme molto scure, a cappello quasi nero e con lamelle di un giallo-aranciato assai vivo, questa variabilità pare riconducibile agli ambienti di crescita, poiché le fruttificazioni così scure sembrano prediligere boschi a clima temperato, del meridione o delle pinete litoranee. Ulteriori studi potranno consentirci di capire se si tratta di una forma degna di autonomia o se tutto rientra nella normale variabilità intraspecifica.